Grande successo di pubblico per il primo Convegno dedicato al tema della Bellezza a 360°, organizzato e promosso da Fondazione Donna a Milano Onlus, con il patrocinio del Comune di Milano e di Regione Lombardia. Già confermato l’appuntamento del 2020 con moltissime novità tra cui la formula dell’evento “diffuso” per la città.
Tutto esaurito e grande partecipazione al primo appuntamento dedicato al tema della bellezza che si è svolto ieri a Milano, nella Sala Alessi di Palazzo Marino. L’argomento e i relatori, in effetti, non lasciavano dubbi in proposito: la Bellezza, intesa in tutte le sue accezioni, al di là dei canoni stereotipati e delle immagini che la società di oggi – dalla televisione al web, dai social network alla moda – ci impongono, è tema sociale di grande attualità che coinvolge target differenti. A organizzare l’evento, Fondazione Donna a Milano Onlus – nata nel 2005 con l’obiettivo di supportare le donne nella realizzazione del loro benessere – con la collaborazione del Comune di Milano e la sua Amministrazione, il patrocinio di Regione Lombardia e il sostegno del Rotary Club Manzoni Studium di Milano.
Il convegno, gli interventi
Dopo i saluti istituzionali, la Professoressa Maria Rita Gismondo, Presidente della Fondazione, ha aperto i lavori spiegando come oggi il concetto culturale di bellezza sia cambiato (basti pensare all’ideale greco di donna dalle forme piene), ma rimanga variegato negli orizzonti culturali globali. E, purtroppo, troppo spesso ghettizzante, a causa dei rigidi stereotipi dai quali la maggior parte delle donne si distacca, ma che risultano difficili da raggiungere. Ci si rivolge soprattutto alle donne per diffondere messaggi perché la donna è il fulcro dell’educazione e della famiglia e della diffusione culturale e sociale.
E la moda curvy rientra nel Vostro progetto?
“In questo momento non abbiamo un progetto mirato alla moda curvy, ma vogliamo trattare anche a questo tema per approfondirlo il prossimo anno, inserendo anche altre tematiche, come le patologie della bellezza.” ha risposto Maria Rita Gismondo
Come è cambiato il concetto della bellezza all’epoca di Facebook, Twitter e Instagram?
“Tutto è cambiato ai tempi dei social network, c’è la necessità di fare informazione ed educazione. Non si può tornare indietro, ma insegnare come usare il web seriamente sì, perché amplifica il negativo, creando situazioni estremamente pericolose. Non tutto ciò che luccica equivale a verità.”
Quali saranno le azioni della sua Fondazione?
“Ci auspichiamo che sempre più volontari restino legati a questo progetto e intervengano; sul sito esiste uno sportello virtuale al quale ci si può rivolgere per le domande e per chiedere interventi mirati”.
Il chirurgo estetico Valerio Perrone ha posto invece l’accento sulla percezione della bellezza e sul fatto che oggi tante persone si rivolgono alla chirurgia estetica spinti non da una reale necessità psicologica o medica ma dal profondo disagio sociale e somatico, che rappresenta un equilibrio fragilissimo. Da qui la necessità di comprendere di che tipo di disagio si tratti ed eventualmente indirizzare il paziente verso una terapia psicologica.
Molto seguito e partecipato anche l’intervento del Direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne, che ha spiegato come spesso la bellezza corrisponda all’intenzione, ossia a come vogliamo vedere il corpo di una persona e farne un modello che poi diventa il nostro stereotipo di bellezza dal quale la realtà si distacca o si avvicina. Anche una cosa imperfetta (purché casuale e non costruita) può essere bella, anzi a volte più bella. È un errore generalizzare, bisogna invece entrare nella cultura corrente e territoriale e non bisogna mai astrarsi dal flusso del tempo. Ecco allora che, anche nell’arte, la bellezza non sta tanto nelle opere in sé, ma nel vivere insieme la civiltà comunicandone i valori culturali. Napoleone diceva che Brera era il Louvre d’Italia, intendendolo come museo radicale che avrebbe sparso cultura. La vera essenza della contemporaneità sta nel restituire al popolo le opere per accrescerne la cultura e mostrare il bello e il sapere. Il museo inizia a esprimere quindi valore civile e sociale.
Momento molto emozionante è stato il concerto dei ragazzi dell’Orchestra Allegro-Moderato, la cooperativa gestita da esperti e insegnanti con una lunga esperienza nella pedagogia e nella didattica musicale speciale, nella musicoterapia e nella riabilitazione, che promuove una formazione musicale per persone con fragilità psichiche, mentali e fisiche.
A chiudere l’incontro, un approfondito intervento del filosofo e giornalista Umberto Galimberti, già autore del libro “Il mistero della bellezza”. Un inciso ricco di cultura che ha “rapito” il pubblico, tanto da spingerlo a porre moltissime domande al noto filosofo.
Appuntamento al 2020
La prossima edizione del Convegno, che vuole diventare un punto di riferimento nel panorama milanese, e non solo, sul tema, si svolgerà il prossimo anno e sarà una vera e propria manifestazione che vedrà l’evento uscire da un’unica sede e diffondersi in tutta Milano, con appuntamenti, incontri ed eventi in diverse location cittadine.