“La voce Umana” di Jean Cocteau, ambientato nella Parigi degli anni ’30, rivive magicamente nell’interpretazione delicata e struggente di Alessandra Basile. Non solo un monologo, o uno spettacolo, ma un’esperienza teatrale totalizzante, coinvolgente, quella che è andata in scena giovedì 6 giugno al Teatro Factory32 (Via Watt, 32) di Milano e si ripeterà anche stasera. Attrice, e in questo caso anche regista, Alessandra Basile ha affascinato e convinto il pubblico che gremiva la sala.
Il monologo “La Voce Umana” di Jean Cocteau si è rivelato uno spettacolo imperdibile e quanto mai attuale, che tocca le contraddizioni della realtà moderno-contemporanea attraverso l’oggetto che più la rappresenta: il telefono. “Quando si mette giù il telefono – diceva Cocteau – è come se distruggessimo l’ultima nostra possibile avventura incuranti dei gemiti dell’altro, e dei nostri”.
Un’esperienza difficile da immaginare in una Milano che sembrava aver ormai offerto al pubblico ogni sfumatura di emozione nei suoi teatri. Cominciamo dallo spazio, dalla valorizzazione di un vecchio magazzino di tappeti trasformato da Valentina Pescetto in qualcosa di accogliente, elegante, attuale: ieri sera abbiamo assistito ad un connubio perfetto fra location e azione scenica. Quello che poteva rischiare di essere un allestimento semplice ed anonimo si è trasformato, grazie al buon gusto e alla professionalità di chi lo ha realizzato, in una cornice impeccabile per la performance di Alessandra Basile.
Performance impressionante che è andata ben oltre le aspettative del pubblico: un monologo, che tutti gli effetti si rivela un dialogo, attraverso il cavo telefonico. Sconvolge l’abilità con cui l’attrice con grande facilità riesce a passare da uno stato d’animo a quello opposto. Momenti in cui disperazione, angoscia, spaesamento hanno il sopravvento, si alternano ad attimi di gioia, speranza, leggerezza. Un dialogo di cui noi sentiamo, e vediamo, solo un interlocutore, ma riusciamo ad immaginarci le parole e gli atteggiamenti del suo amato, dall’ altra parte della cornetta. Un Lui che sembra, e proprio lo è, così distante, ma allo stesso tempo così ben delineato, soprattutto nel temperamento: prima la insulta, la rimprovera, poi la lusinga e allora lei prova a reagire, ma in fondo lo ama e gli ubbidisce, assecondandolo e accettando la sua cattiveria e la sua meschinità.
I dettagli degli occhi che lacrimano, delle mani che tremano. Il ritmo incalzante delle battute. Tutto è stato studiato a fondo e il pubblico ne rimane incantato.
Una storia d’amore di cui si intravede lo sfondo costellato da tante bugie: alcune pensate da lei per averlo più vicino, per farlo tornare a casa, altre per non mostrargli la propria disperazione. Tante altre pensate da lui, per nascondere la propria pochezza. Da un lato lei è consapevole di quanto il suo amante sia infedele, dall’altro è talmente inebriata d’amore che non vuole rendersi conto della verità e quando questa le si palesa davanti, sembra impazzire. Pianto, riso si alternano ad una costante: l’angoscia per un futuro oscuro, incerto, ignoto, in cui lei si vede sola e abbandonata. Tanto da pensare al suicidio, perché un amore così forte, acceso e, allo stesso tempo, tormentato non può che portare all’auto-distruzione.
Un personaggio difficilissimo da interpretare in cui si condensano tutte le sfaccettature della psiche umana. Una performance di altissimo livello dietro cui si vede tanto lavoro e un innato talento.
Quando: 7 giugno 2019 , ore 21:00
Dove: Teatro FACTORY32 (Via Watt, 32)
Info e prenotazioni: info@factory32.it