In questo momento di emergenza il Covid-19 non perdona nessuno. La protezione attraverso le norme di sicurezza e gli strumenti preposti come mascherine e guanti è fondamentale per evitare il contagio, ma che dire dei già contagiati, che nelle terapie intensive degli ospedali devono combattere col virus in mancanza di respiratori adeguati?
La soluzione l’ha trovata un gruppo di lavoro determinato a fare la differenza in questo stato di crisi sanitaria. Ne abbiamo parlato con Rudy Belotti, Administrator & Technical Manager di TECNOHIT, e con Marco Ruocco, Project Officer & Analyst di ISINNOVA.
Isinnova, azienda bresciana che si occupa della realizzazione concreta di progetti innovativi, stava creando in 3D le valvole di emergenza per i respiratori dell’Ospedale di Chiari, quando il dott. Renato Favero, ex Primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, per contrastare la penuria di respiratori nelle strutture mediche, li ha contattati per testare la realizzazione dell’idea di trasformare le maschere da skorkeling in respiratori.
Dopo una breve analisi, il team di Isinnova si è subito attivato per contattare la Decathlon, che ha messo a disposizione le sue maschere da snorkeling per l’impresa, ed è così che è nata la Valvola Charlotte, il pezzo mancante che ha permesso di trasformare uno strumento sportivo in un fondamentale elemento salvavita. Il prototipo è stato testato all’Ospedale di Chiari ottenendo un immediato successo, e così, in pochi giorni dalla proposta, è iniziata la produzione su larga scala anche grazie alla Tecnohit di Costa Volpino (BG). Tecnohit è un’azienda che si occupa di soluzioni ingegneristiche avanzate, progettazione meccanica, analisi e prototipazione. Nel caso dei respiratori generati dalle maschere da snorkeling tramite la valvola Charlotte, si è occupata di trovare delle aziende partner che le producessero su larga scala sulla base del prototipo, trovando disponibilità da un’infinità di maker che si sono offerti di provvedere alla realizzazione materiale del prodotto, da tutta Italia e anche dall’estero, prime fra tutti Germania, Svizzera e Francia.
“Di fatto quello che abbiamo fatto noi è stato cercare di espandere e veicolare il loro messaggio”, dice Rudy Belotti. “Ovviamente abbiamo partecipato pro-attivamente su richiesta di alcuni ospedali: ci siamo rapidamente resi conto che, rispetto al progetto originale che era stato custumizzato su un progetto specifico di un medico, ogni ospedale aveva una differente struttura e un differente allestimento. Quindi per quanto riguarda l’aspetto tecnico per le strutture ospedaliere nella nostra area geografica, abbiamo dato una mano a creare dei raccordi e delle ottimizzazioni.”
UN PROGETTO OPEN
Marco Ruocco tiene a chiarire il punto: “L’adattatore è lo stesso per tutti”, dice. “Quello che cambia è che ogni ospedale ha delle configurazione simili, ma che vanno a cambiare un po’ quello che è il modo di mettere insieme valvole raccordi. Noi ancora oggi, dopo ormai 20 giorni dall’inizio di questo progetto, siamo sempre in contatto con gli ospedali. Adesso ci siamo spostati anche verso l’estero e ognuno ha bisogno di qualche accorgimento particolare. Diciamo che l’aver realizzato un progetto open, con tutti i file liberi, dà la possibilità a tutti di metterci mano.”
E si tratta di un progetto talmente open da aver superato i confini nazionali ed essere richiesto in tutto il mondo. Sia Isinnova sia Tecnohit stanno ricevendo richieste di invio delle valvole Charlotte e dei respiratori anche all’estero: Isinnova ha finora fatto spedizioni in Francia, Inghilterra, Tunisia e Australia, mentre Tecnohit ha inviato i modelli 3D in Portogallo, Francia e Brasile, e le richieste continuano ad aumentare, soprattutto attraverso i social network come Facebook e LinkedIn.
Il progetto è supportato anche dalla NATO Support and Procurement Agency (NSPA).
C’ERA BISOGNO DI FARLO E L’ABBIAMO FATTO
L’inno d’Italia finisce con le parole “l’Italia chiamò”, e a chiamata, l’Italia ha risposto. Nei giorni scorsi abbiamo letto di moltissime fabbriche dei settori più disparati (da quello della moda all’editoria, dall’industria dolciaria a quella della produzione di alcolici) che hanno deciso di riconvertire i propri macchinari per volgerli alla produzione di materiali utili allo stato di emergenza sanitaria; Isinnova e Tecnohit, insieme alla piccola-grande schiera di aziende produttrici che le hanno contattate per aiutare, non fanno eccezione.
“Abbiamo avuto una richiesta dall’ospedale”, sdrammatizza Marco Ruocco. “C’era bisogno di farlo e lo abbiamo fatto. Non ci siamo stati a porre troppe domande o troppi pensieri. Certo, questo periodo difficile ci ha permesso di scollegarci da altri progetti che avevamo e dedicarci esclusivamente a questo.”
E Rudy Belotti aggiunge “Io la riassumo in maniera ancora più semplice dicendo ci siamo italiani ed orgogliosi di esserlo”.
Eh sì. Lo siamo.