“Il Vangelo Secondo Don Forex” è sulla bocca di tutti: e per una ragione precisa.
Apparso nella top 10 dei libri di Economia, affari e finanza e stabilmente al primo posto tra i libri sui Sistemi Operativi, l’opera prima di Luigi Boadi sta attirando grande attenzione in tutto il panorama finanziario nostrano, al punto da valere al suo autore una rapida scalata tra le classifiche di Amazon Italia.
Nulla di strano, penserete voi: nuovi volumi entrano ed escono di continuo da questo genere di classifiche. Eppure, accade raramente che a farlo siano opere del cosiddetto self-publishing, e che di fronte a lavori inediti come questo, la risposta del pubblico sia così uniforme e compatta.
A stupirci ulteriormente è il fatto che Boadi non sia uno scrittore ma un trader professionista esperto di mercati finanziari. Per comprendere meglio questo suo improvviso successo, abbiamo deciso di intervistarlo.
Luigi Boadi o Don Forex, dove finisce uno e inizia l’altro?
“Non credo ci sia una distinzione così netta. Quando si lavora con i mercati, si impara che tutto è connesso: una nave blocca un canale in Africa, e il prezzo della benzina del distributore dietro casa nostra sale. Io ad esempio rimango ancora il promoter su stand che ero anni fa, ma è grazie a quel lavoro che oggi riesco a guidare una community da diecimila utenti. Al tempo stesso però, senza le opportunità dei mercati, non riuscirei ad essere il papà e il marito che sono”.
Nel libro parli di frequente della tua community. Cos’è? Com’è nata?
“Anni fa mi divertivo a condividere le mie analisi su un piccolo blog. Non era nulla di che, ma avevo letto che il protagonista di uno dei romanzi di DeLillo aveva iniziato in quel modo, e così ci provai anch’io. Evidentemente, sapevo il fatto mio, perché a molti iniziarono a interessare le mie analisi: mi scrivevano, mi chiedevano consigli. E così pensai di espandermi. Ricevevo ogni giorno messaggi da ragazzi e ragazze appassionati di finanza, ma si lamentavano che in Italia non ci fosse nulla sull’argomento. Aprii allora una pagina Instagram per mettere in relazione le persone, e da lì è iniziata la magia”.
Perché c’era poco sull’argomento?
“Non so, ma ho sempre avuto l’impressione che qui il trading fosse visto come un tabù. Come italiani, tendiamo ad essere sospettosi, e se sentiamo che si possono fare soldi senza grandi competenze, magari da casa, usando il cellulare, ci convinciamo ci sia sotto qualcosa. Ovviamente non è così semplice come tutti credono, ed è per questo che molti perdono soldi”.
I rischi quindi ci sono!
“Ci sono eccome! Più del 70% di chi fa trading per la prima volta perde soldi, ma non succede perché qualcuno glieli rubi. Semplicemente, ci si convince che sia facile, no? Non si studia, non ci si prepara, non si segue un piano. Si fraintende il trading con un qualche gioco, quando in realtà è un lavoro. Eppure, anche se non lasceremmo mai che un medico giocasse con la nostra salute senza aver studiato anni, ci permettiamo di giocare con il nostro denaro senza preparazione. Sta qui l’errore”.
“Al primo posto c’è lo studio. Bisogna informarsi costantemente, sviluppare un certo intuito per le correlazioni. Bisogna poi imparare a usare i software di trading. Se si ha un piano operativo e lo si segue, il guadagno arriverà: non dalla sera alla mattina magari, ma la cosa più importante è rispettare il rischio. Per questo ho scritto “Il Vangelo Secondo Don Forex”. Per ricordarlo a chi mi segue”.
“Il Vangelo Secondo Don Forex, Manuale di trading online per neofiti e non solo”. È questo il titolo completo, giusto?
“Esatto. L’idea era scrivere un manuale di trading che potesse dare ai principianti buone basi da cui iniziare, come fondamenta di Analisi Tecnica, di Analisi Fondamentale, di gestione del rischio e gestione del denaro. Non mi importava nemmeno trovare un editore: avevo questa cosa da dire, e ho voluto dirla, senza pensare a tutto il resto. Non mi sento uno scrittore, sono solo uno che tiene alla propria community. E poi, a scuola non ci viene insegnato nulla del genere, quando in realtà sarebbe molto utile nella vita sapere quanto spendere e come diversificare il portafogli. Ma comunque, oltre a questo, nel libro ci sono paragrafi interi su strumenti avanzati e strategie operative, perché volevo che il mio Vangelo fosse rivolto a tutti”.
Eppure il titolo risulta un po’ provocatorio.
“Lo so, ma la mia intenzione non era blasfema. Vengo da una famiglia profondamente religiosa e la fede ha avuto per me grande importanza da ragazzo. E poi, non trovo sbagliato pensare che quella sull’accessibilità dei mercati sia una “buona notizia” moderna, perché è vero che attraverso studio e strategia è possibile guadagnare, e non dovrebbe essere un segreto questa realtà”.
In molti lo stanno scoprendo grazie a te, quindi sicuramente sei sulla buona strada. Quale sarà ora il tuo prossimo passo?
“Siamo una community molto attiva. Ci sono le sale segnali, l’Expert Advisor, la trading accademy. Ci espandiamo ogni giorno. Ho lanciato da poco un mio format, le Chicche del Don, dove faccio il punto sugli eventi più importanti della settimana in ambito finanziario. Sto stringendo, poi, un forte legame con Angelo Ciavarella, professore presso la Greenwich University e trader di lunga data, con cui voglio continuare a collaborare in futuro a nuovi corsi. Vediamo… l’importante è che le persone siano felici di entrare nella community e possano togliersi qualche sfizio, imparando dai migliori. Per il resto, lo sa solo il tempo. Magari un secondo libro, mai dire mai!”