In questo periodo sui social accadono cose strane; non si capiscono se sono volute, capitano per caso, sono frutto di un’astuta mossa di marketing, oppure di ingiustizie.
Molti account sono stati hackerati, ultimo Marco Carta, che ha anche fatto un servizio per il programma Le Iene, e tra le vittime vip c’è anche Elisabetta Franchi. Ultimamente è sparito dai social anche Can Yaman, poi ritornato; mossa dovuta forse a questioni di business? E pare che l’account trash italiano abbia dato fastidio a qualcuno e non appaia più nei suoi account Twitter e Instagram .
Sparito da mesi, apparentemente perché si trovava a Dubai, anche l’account insta_paolina ; Paola Saulino è diventata un fenomeno social anche attraverso la condivisione dei suoi video sui più importanti canali di messaggistica, soprattutto durante il lockdown, ma non è più presente su Instagram da tre mesi.
“Che io sappia l’account è stato originariamente violato e poi per una serie di motivazioni disabilitato successivamente”-dice la Saulino-“non ho mai avuto una motivazione reale e mi sto mobilitando in tutti i modi per riceverla, anche se dovesse essere necessario andare per le vie legali”.
Non è dunque una mossa di marketing ?
“No, l’ho dichiarato . Anche io come trash italiano vengo dal web, e attualmente il web era la mia principale fonte di guadagno e il posto dove maggiormente mi esprimevo. Se fosse stata una reale mossa strategica non mi sarei assentata per tutto questo tempo. Ho perso la maggior parte del mio fatturato e ho fatto perdere il lavoro al mio team”.
È un danno per te questa penalizzazione?
“Un danno non solo economico, ma morale e logistico. Quel “wall” era la mia memoria artistica e professionale, il percorso dei miei video, i racconti della mia storia come personaggio e anche delle mie idee. Nei direct parlavo con giornalisti ed era un archivio personale di dati, numeri e contatti. Nessuno può restituirmi quel lavoro se non Instagram stesso; nessuno di quelli che criticano comprende la reale fatica che c’è dietro la creazione di contenuti. Tutti definiscono il lavoro sul web un non-lavoro non capendo che I contenuti non si creano certo da soli. Si scrivono, si progettano, si studiano e si realizzano.
Ma non mi aspetto che gli altri capiscano, voglio solo continuare a poter lavorare!”
“Mi sto dedicando a me stessa, e sto scrivendo diverse idee; sono al lavoro con alcuni autori e sto cercando di riuscire a realizzare questi progetti”.
Non hai per caso dato fastidio a qualcuno?
“Il web può essere strano, se qualcuno vuole farti un danno può riuscirci. Può essere che un competitor o alcuni “nemici” vogliano colpirti per toglierti potere o beneficiare di un conseguente vantaggio. Queste cose esistono, te lo garantisco, non escludo nulla. Ma spero in un epilogo sereno. Io voglio soltanto continuare a lavorare ed essere una libera pensatrice. Non ammetto la censura nell’arte, ho capito solo ora che su Instagram si può fare arte fino ad un certo punto, quindi mi sposterò altrove, non è un problema, ma dal punto di vista comunicativo quella pagina era un mio funnel e mi muoverò in tutti i modi per riavere ciò che è mio e che non credo mi debba essere tolto.
La situazione resta insolita; mi hanno creato un danno sulla cosa piu’ importante che ho, che è il mio lavoro.
Il web è popolato da gente che puo’ danneggiarti; più si è importanti e potenti , piu’ si puo’ agire”.
Anche il danno viaggia sulla rete?
“Togliermi dal mercato potrebbe, a mio avviso, portare beneficio ad altre realtà; resto, comunque nella convinzione di avere una marcia in più”.