In una terrazza affacciata sui Fori Imperiali della Capitale si è tenuta la seconda edizione romana del Cenacolo di Arturo Artom. Questa volta ospite d’onore è stato il grande Gabriele Lavia, figura tra le più rappresentative del teatro italiano degli ultimi quarant’anni.
Diretto in teatro da importanti registi, così come da attore, nel 1989 ha fondato con Giancarlo Volpi a Milano la Compagnia Lavia, è stato co-direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma e direttore artistico dello Stabile di Torino e del festival Taormina Arte.
Ha vinto il Premio Olimpici del Teatro per la migliore regia e per il migliore spettacolo. Dal 2011 ha diretto il Teatro stabile di Roma con sede all’Argentina.
In occasione del Giorno della Memoria al Quirinale, nel 2012, ha letto un brano tratto da Se Questo è un uomo, di Primo Levi, nel 25º anniversario della scomparsa dello scrittore italiano di origine ebraica.
Prima parte con gli ospiti tra i quali la Vicepresidente del Coni Silvia Salis, Fausto Brizzi, Serena Bortone, l’imprenditore Paolo Barletta, il responsabile delle relazioni esterne dell’Aci Ludovico Fois, il presidente dell’associazione mobilità sostenibile Matteo Tanzllli ed il presidente di Cultura Italiae Angelo Argento che -nel format del Cenacolo – hanno raccontato il mix di talento e chance delle loro esperienze.
Poi ha preso la parola il Maestro che ha iniziato dicendo come le parole del Cenacolo sono…’essenti’…quelle del Teatro sono…’nienti’ ma che proprio per questo ti fanno uscire dalla realtà.
Conclusione con una grande e disarmante versione de ‘La Canzona di Bacco’ di Lorenzo il Magnifico..
.’Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia…chi vuol esser lieto, sia…’