Il dentista Roberto Bizioli al vaglio dei dati relativi alla salute del cavo orale degli italiani
“Non sono incoraggianti le statistiche relative allo stato di salute dentale della popolazione italiana”, esordisce il Dott. Roberto Bizioli di Scordia, dell’omonimo studio dentistico, “solo il 30% dei nostri connazionali, di età compresa tra 40 e 75 anni, può vantare di avere dei denti naturali”.
“Nel 2015”, spiega il dentista Dott. Roberto Bizioli, “l’Istat pubblicava un’interessante analisi sul rapporto che gli italiani avevano con la propria cura dentale. Da quell’anno, si fatica ad avere contezza di come siano cambiate le prospettive generali. Questo, a causa di una mancata analisi sistemica sul tema della cura dentale in Italia. Ciononostante, recentemente, alcuni studi hanno fatto emergere alcuni dati molto interessanti che meritano di essere valorizzati”.
Roberto Bizioli: i dati restano simili al 2015
Questa la premessa del dentista Dott. Roberto Bizioli. Nel 2015, l’Istat faceva emergere come il 13% della popolazione al di sopra dei 15 anni avesse cessato di sottoporsi alle consuete visite di routine odontoiatriche per questioni legate esclusivamente al costo della prestazione. Mentre, più in generale, solo una quota pari al 37.9% della popolazione si era decisa a rivolgersi, almeno una volta all’anno, al proprio dentista o al proprio ortodontista.
“Dati al ribasso che di fatto non si sono tanto spostati da quanto oltre dieci anni fa suggeriva l’Istat”, commenta il Dott. Roberto Bizioli, “anche se, al netto di tutto, anche i recenti dati sullo stato di salute del cavo orale della popolazione italiana, non fanno ben sperare”.
Oggigiorno si è potuto comprendere come ad esempio a quasi 19 milioni di italianimanchi almeno un dente, e di come, tra questi 19 milioni, il 27% abbia optato per non ripristinare il dente mancante.
“Un dato esorbitante”, commenta il Dott. Roberto Bizioli di Scordia, “che si lega essenzialmente a due fattori principali: il primo, la mancanza di cura personale dell’igiene orale e l’inadempienza verso quelle che sono le visite di routine presso gli studi dei professionisti e la seconda, ovviamente, la capacità di spesa degli italiani nel momento in cui devono affrontare certe tipologie di cure dentali”.
In questi termini, è interessante notare come solamente il 33% degli italiani sia solito spazzolare i denti per più di due minuti, il 48% lo fa per solo un minuto e il 19%per meno di un minuto. O ancora, dato ancor più fondamentale per la cura dell’igiene orale utile ad evitare l’insorgenza di più complicate malattie dentali, come il 50% degli italiani, numero netto, non utilizza il filo interdentale.
“Nonostante una massimale distribuzione sul territorio nazionale di 78 professionisti, tra dentisti e ortodontisti, ogni 100mila abitanti, sembra esserci ancora bisogno di un gran lavoro di sensibilizzazione tra la popolazione su temi quali il mantenimento di una costante e totale cura del cavo orale”, spiega il Dott. Bizioli di Scordia.La visita dentistica un lusso per pochi
Da un lato ci sono 19 milioni di italiani a cui manca almeno un dente, dall’altro invece sono 17 milioni, di cui 3,5 sono millennials, che non hanno mai fatto una visita di controllo presso un professionista.
Per quanto riguarda invece il lato economico e prestazionale dei dentisti italiani, c’è un dato interessantissimo che emerge: “Secondo una delle ultime analisi del Censis sul tema, il 91%degli italiani sono felici e soddisfatti del loro dentista”, spiega il dentista Roberto Bizioli di Scordia, “ciò significa che chi invece si rivolge con costanza ad un professionista di fiducia si vede soddisfatto a raccogliere i risultati degli interventi dentalie dello svolgimento delle medesime prassi di routine. A favore finale di un trattamento economicopari alla prestazionericevuta”.
Roberto Bizioli: il dentista di fiducia resta una figura chiave
I motivi per cui gli italiani si rivolgono al dentista sono i più svariati, ma nella sostanza si possono sostanziare in poche ragioni: il 31% si rivolge per semplici trattamenti di igiene orale, il 22% per carie e otturazioni, il 15% per visite di controllo e prevenzione, l’8% per problemi alle gengive.
“Diversificato ma allo stesso tempo omogeneo il rapporto che l’italiano ha nei confronti del proprio dentista di fiducia”, spiega il Dott. Roberto Bizioli, “che generalmente ci riporta ad un’interventistica ambulatoriale di routine. Da nord a sud del Paese”.
Un altro dato interessante, emerso recentemente, è quello relativo ai costi medi per le prestazioni più comuni esposte di cui sopra. “Il 93% delle prestazioni odontoiatriche sembrano ormai essere svolte all’interno di ambulatori privati”, conclude il Dott. Roberto Bizioli, “ed i costi medi di questi trattamenti si attestano sempre al di sotto dei 200 euro per un’otturazione dentale, sotto i 130 euro per un’estrazione e tra i 60-110 euro per una pulizia dentale”.
Turismo dentale, Roberto Bizioli: la situazione è complessa
A tutta questa lunga casistica va inoltre aggiunta la consistente fetta di italiani, circa 350 mila l’anno che decidono di far curare i propri denti all’interno di cliniche estere, ascrivibili al cosiddetto turismo dentale. In questi termini, le mete più gettonate sono quelle relative agli ambulatori dell’est Europa: Croazia, Romania, Serbia. Su questa fetta di popolazione, risulta ad oggi molto difficile trovare dati e casistiche relative al tipo di interventi, costi, benefici a lungo termine delle operazioni attuate in sede ambulatoriale.
“Imbrigliare i costumi della popolazione italiana in materia di salute dentale, risulta essere oggi più che mai un’operazione complicata”, conclude il Dott. Bizioli, “che abbisogna sistematicamente di una seria riflessione da parte delle autorità sanitarie italiane per generare campagne ad hoc capaci di lenire tutta una serie di dati e reportistica scoraggianti sulla disaffezione che il popolo italiano nutre nei confronti del contesto ambulatoriale dentistico a scapito della stessa salute del cavo orale”.