Giulia Mozzini , giovane visual artist e storyteller, esporrà una selezione del suo lavoro “MOROCCO” all’ultimo piano della Torre Branca, Mercoledì 30 Maggio, dalle 19,30. Dopo il primo evento ” MOROCCO // NEW VISION IN WOODEN CRATES”, nel quale le fotografie non erano appese al muro con pannelli e cornici, come siamo soliti vederle, ma attaccate ciascuna a cassette di legno di frutta e verdura, nasce la seconda edizione: ” MOROCCO // NEW VISIONS IN THE SKY”. Le opere saranno visibili in esclusiva per la serata sulla Torre Branca che, con i suoi 108 metri di altezza, regala una meravigliosa vista sul Parco Sempione e su tutta la città. Accompagna l’evento il Just Cavalli, ai piedi della Torre, con Aperitivo, musica e buffet.
Il progetto: “prima del mio viaggio in Marocco, a Ottobre 2016, ho letto un libro: – Le voci di Marrakech- di Elias Canetti. Mi ha colpito molto una frase:
“Quando si viaggia si prende tutto come viene, lo sdegno rimane a casa. Si osserva, si ascolta, ci si entusiasma per le cose più atroci solo perché sono nuove. I buoni viaggiatori sono gente senza cuore”-dice Giulia-“mentre scattavo, sulla spiaggia di Essaouira e nei suq a Marrakech, non avevo in mente un progetto. Non mi figuravo una serie finita e completa degli scatti che avrei voluto. Ho scattato e basta, senza pensare, inseguendo quello che trovavo curioso o esteticamente interessante, lasciando che fossero l’ambiente e le persone a disporsi nei miei fotogrammi e a esprimere la propria anima.
Solo dopo mi sono accorta dell’estetica nuova che è emersa da questa ricerca inconscia: il Marocco, per come si presenta e come ce lo hanno sempre mostrato, è sole, polvere, contrasti cromatici forti, ombre profonde e luci abbaglianti; ma è emerso un altro aspetto di questo Paese, attraverso una nuova rappresentazione: le ombre leggere, i colori pastellati, i contrasti appiattiti.
Non esiste giusto, sbagliato, bianco o nero, ombra o luce. Esiste la coesione di tutto questo, una pasta di cui sono fatte tutte le cose, le persone, che è armonia ed equilibrio, che è gioia, bellezza. Il giudizio, come dice Canetti, rimane a casa. Se non lo avessi lasciato a casa, se non avessi appiattito e zittito le convinzioni e i preconcetti che provengono dal nostro contesto culturale, se avessi camminato per piazza Jemaa el Fna con la mia idea di Marocco in testa, che corrispondeva in tutto e per tutto allo stereotipo che è stato diffuso, non avrei mai realizzato questi scatti.
Alleggerire, semplificare, aprire.Essere liberi permette di cogliere ciò che non era ancora stato colto e portare alla luce ciò che non è mai stato raccontato. Marocco è ancora pace, Marocco è anche armonia. ”