
Quando è avvenuto il tuo primo incontro con la recitazione?
“Tutto parte da un’educazione volta a farmi amare intensamente il cinema, ma non solo… direi l’arte in generale!”-dice Butteri-” a ciò va aggiunta un’indole innata ed un fuoco sacro da parte mia verso tutto ciò. Queste mie caratteristiche, notate da molti addetti ai lavori, artisti stessi e non, hanno fatto crescere sempre più in me la consapevolezza che questo potesse diventare non solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita e, piano piano, con i giusti incastri, tutto sta prendendo la giusta piega. Il primo lavoro importante che ho fatto, dopo svariati laboratori teatrali ed un’accademia (che ancora sto facendo), è stata la fiction “Non dirlo al Mio Capo 2” (andata in onda su Rai 1), sommata ad esperienze teatrali e spot pubblicitari”.
Quanto è importante studiare per poter recitare?
“È fondamentale: l’attore deve necessariamente essere erudito. La memoria deve sempre essere perfetta per poter poi interpretare il personaggio per cui si è stati scelti. Fuori dal set bisogna leggere tanti libri, di tutti i generi, guardare tantissimi film (anche in altre lingue). Inoltre, la tecnica (quella insegnata dalle scuole) ha sempre il suo peso, ma il talento è innato e si coltiva soprattutto lavorando sul set”.

“Tanto, tanto, tanto… aiutami a dire tanto! E quando si è alle prime armi occorre ascoltare i professionisti già affermati, carpirne i trucchi, fare domande e prenderne spunto. Anche se un vero artista deve necessariamente entrare nell’ottica che non finirà mai di imparare e conoscere (Laurence Olivier a 60 anni faceva laboratori teatrali), a mio avviso non c’è mai un punto di arrivo, ma sempre un punto di partenza. Anche una volta raggiunta l’affermazione, non bisogna perdere la sete di conoscenza… quella ti manterrà sempre in alto! E quindi, anche da adulti, vanno ascoltati quelli più esperti e navigati. La semplicità è la sofisticazione suprema!”
Te ne racconto ben due : il primo è stato l’incontro con Cate Blanchett durante il party di Pomellato durante la Milan Fashion Week. Lei è l’emblema della mia risposta precedente: Un’attrice del suo calibro, vincitrice di due Premi Oscar, si è dimostrata di una semplicità, umiltà e disponibilità unica verso le persone accorse a vederla quella sera: è un insegnamento per tutti! Il secondo riguarda i due Red Carpet alla Mostra del Cinema di Venezia: Il primo nel settembre del 2019 (Venezia 76), dove ho assaggiato il connubio fotografi-fan che mi ha emozionato tantissimo, ma, allo stesso tempo, mi ha dato una carica pazzesca e con i piedi ben piantati a terra ti dico che quel giorno ho capito definitivamente cosa voglio fare nella mia vita. Il secondo red carpet, poi, è stato quest’anno (Venezia 77) e, ovviamente e, giustamente, a causa della pandemia in corso, c’erano tante misure restrittive.

“Luchino Visconti: Il più grande regista di tutti i tempi. Mi piacerebbe parlare con lui dei suoi film, anzi dei suoi capolavori. E poi mi piacerebbe recitare in qualche suo film (penso a Rocco e i suoi Fratelli o Il Gattopardo). Diciamo che aver avuto il privilegio di fare un servizio fotografico con il Nipote, Giovanni Gastel mi rende orgoglioso, davvero tanto”.
Preferisci teatro cinema o tv?
“Mi piacciono tutti e tre. Il teatro è la vita ed un vero attore deve misurarsi con esso. Il cinema e la TV portano tante altre cose belle. Quindi che dire… mi sto preparando per fare tutto”.
Cosa provi quando si accende la luce rossa e si sente : ciak si gira?
“Un’intensa emozione. Sono a mio agio, tranquillo e sereno. Per me la vita è un set e quindi è il mio habitat. Non mi vedrei a fare altro o a fare una vita cosiddetta “normale”. Il sacro fuoco va sempre tenuto acceso”.