“Il mercato dell’influencer marketing è sempre più saturo e competitivo” – ad affermarlo è Matteo Zoccoletti, manager e socio fondatore di Dominanza Digitale, società leader in Italia composta da esperti in digital marketing, con sede a Roma e Milano.
Che il modo di comunicare sia cambiato è sotto gli occhi di tutti. Soprattutto in tempi di pandemia la comunicazione digitale ha preso piede in maniera esponenziale, coinvolgendo tutte le categorie di impresa, piccola, media e grande.
“Il potenziamento della comunicazione digitale ha modificato anche i medesimi protagonisti del settore professionale, a partire dagli influencer” – sottolinea il manager – “l’innalzamento delle barriere di entrata nel mondo digitale ha causato anche uno scostamento di livello con la necessità di crescita anche tra gli influencer”.
Ma come si potrebbe definire un buon influencer nel periodo attuale? Per Matteo Zoccoletti, un buon influencer deve rappresentare un content creator, un marketer ed un abile oratore. La ricerca della giusta strategia è ormai un prerequisito per generare awareness ad un qualsiasi brand.
All’interno del gruppo Dominanza Digitale vengo seguiti con attenzione i percorsi di centinaia di influencer. Il focus della società nata da un team di giovanissimi nel 2015, non è quello di aumentare il numero di collaborazioni o followers, ma di posizionare il profilo e la comunicazione del talent con l’unico obiettivo di aumentare prima di tutto il valore percepito del profilo e, in seguito, occuparsi di altre metriche.
Un’azienda che, ad oggi, ha necessità di investire in influencer, deve tenere conto alcuni aspetti fondamentali.
Secondo l’esperto, è di fondamentale importanza tracciare in pricipio tutti quei dati acquisiti durante la campagna così da poter realizzare altre campagne di remarketing indirizzate ad un pubblico che già conosce il brand. L’influencer scelto per la comunicazione e la promozione di una azienda, ad esempio, può aver dato il suo contributo ad altre campagne con brand della medesima categoria o, addirittura, con competitor diretti. Occorre, dunque, approfondire in tal senso. E, poi, nella maggior parte dei casi, l’influencer potrebbe non conoscere il settore o il prodotto che sta sponsorizzando.
“Per evitare campagne marketing controproducenti” – conferma Zoccoletti – “è necessario valutare con estrema cura la scelta del professionista, assicurandosi che l’influencer conosca l’azienda e, di conseguenza, il servizio/prodotto”.
“Dominanza Digitale” – spiega il CEO del gruppo, Mattia Cozzetto – “è riuscita a sostenere i suoi clienti in questo lungo periodo di pandemia anche grazie alla creatività dei suoi influencer, garantendo un servizio sempre nuovo e diverso per promuovere settori produttivi diversificati”.