Il suo cognome è epico: Virgilio. Proprio come “il maestro” di Dante, sommo poeta per antonomasia della letteratura italiana. Ma Mirko Virgilio, 27 anni, pugliese doc, oggi per molti è un vero punto di riferimento. Proprio come uno dei primi poeti italiani. Ma Mirko ha un nome d’arte: Cisco. E tutto ha una spiegazione. “Deriva dal fatto che con la mia ambizione ho scommesso su me stesso, da introverso a estroverso. Quindi Cisco-metto”, racconta.
Lo incontriamo in un caldo pomeriggio di giugno. Da due anni vive a Milano, dove è opinionista di Sport Italia occupandosi di calcio. “Ho mollato tutto ed ho iniziato la mia seconda vita televisiva”, racconta Cisco che in passato ha partecipato anche a vari programmi (alcune puntate) su Bobo Tv (il format lanciato dal grande Bobo Vieri).
Il sovrappeso poi la dieta, quindi la sua nuova vita: Cisco vuole aiutare gli altri giovani a ritrovare fiducia in se stessi. Anche nei momenti più difficili lavorando più sull’aspetto mentale che prettamente fisico.
La tua è una storia molto particolare, che parte da lontano. Come mai?
“Ero molto introverso da ragazzo. Parlavo con poche persone, ero timido. Forse un po’ diffidente. Mi sentivo giudicato per il mio aspetto fisico”.
Perché?
“Ero un po’ cicciottello, come si dice solitamente in gergo”.
Quindi com’è cambiata la tua vita?
“Sicuramente in meglio. Ad un certo punto ho avuto successo con me stesso, dopo una dieta, aprendomi con gli altri. La mia vita è cambiata ed ho capito quanto fosse importante scommettere su stessi. In quel giorno è nato Cisco-metto. Mi sono sentito influente in quel momento. Anche se oggi non sono al top della forma fisica (anche causa infortunio e operazione) ho scoperto una forza mentale interiore che non avevo mai pensato di avere. Per questo oggi mi piaccio anche con qualche kg in più.
Oggi cosa fai?
“L’opinionista in tv a Sportitalia, mi occupo di calcio. Sono in onda due volte la settimana e poi lavoro nel mondo dei social”.
Prima di tutto, quindi, lo sport?
“La valvola di sfogo, il punto di svolta vero e proprio. Molte persone oggi si rivolgono a me perché mi vedono come un motivatore. Mi vedono come un ragazzo, che è partito dal piccolo paese della Puglia ed è andato a Milano fino ad arrivare ad una grande tv come Sportitalia”.
Com’è stato il tuo passaggi dalla Puglia a Milano?
“Da un paio di anni vivo a Milano, ho cambiato la mia vita radicalmente da Trinitapoli (nella provincia Bat) sino alla grande metropoli. Tutto è nato per caso: il direttore di Sportitalia mi ha contattato durante una partita, dopo avermi conosciuto sui social. Devo tutto a lui, che mi ha scoperto. Ho preparato la valigia e sono andato lì scommettendo di nuovo su me stesso”. È stato il completamento che parte dallo scommettere su se stessi ad avere qualcuno che scommetta su di te. Un’emozione unica.
Hai avuto paura?
“Forse quelle d’impatto davanti alla telecamera sempre accesa, sempre in diretta. Ma questo mi ha permesso di essere sempre pronto a migliorare. E reagire a qualsiasi situazione, anche scomoda, da dove non si può scappare.
E ai tuoi coetanei cosa comunichi?
“A Sportitalia ho tenuto un workshop con tanti ragazzi. A loro dico di restare con i piedi per terra, bisogna ricordarsi da dove si parte. Senza sognare la luna. Piccoli passi con il tempo fanno la differenza”.
Tante ambizioni, ma quali sono i tuoi sogni?
“Riuscire a costruire una famiglia, dal punto di vista personale. E poi non avere limiti realizzandomi anche sul lavoro. Voglio aumentare il mio bagaglio culturale ed esplorare nuove frontiere del lavoro