Abbiamo incontrato Sara Sedran, giovane attrice italiana di 23 anni che attualmente vive a Los Angeles, dove la sua carriera sta pian piano prendendo il via. La sua giornata è fatta di lunghe ore di studio, tanti provini. Per fortuna, e per le sue capacità, qualche bel risultato è già arrivato.
Per “The Wings” Sara ha vinto il titolo come Best Actress of the Year agli Actors Awards. E’ un film importante, semi finalista al Flickers’ Rhode Island International Film Festival. Ha poi recitato in “Surrender”, entrato nella selezione ufficiale e nella shortlist per il New Generation Award ad un altro importante festival, il Berlin Commercial. E che succederà a Sara Sedran nel 2023? “Ci sarebbero tre progetti in pre-produzione, le cui riprese inizieranno a partire dal 2023… incrociamo le dita!”, racconta Sara… e intanto continua a farsi conoscere. “Faccio valanghe di provini! Uno l’ho appena inviato ai produttori di una serie tv. Se ne producono moltissime negli USA, ma vedo pure in Italia”, racconta.
Mamma somala e papà friulano, fin da quando frequentava la quarta liceo negli USA, a New York, Sara Sedran si sente cittadina del mondo. La scuola poi però è tornata a finirla in Italia, sul Garda. Per questo, oltre che un talento internazionale, è anche un bel po’ italiana. Per questo seguire il suo percorso, sia pure da lontano, è un grande piacere.
Succede anche perché Sara, quando parla del suo lavoro, lo fa con calma. Certo, recitare non dovrebbe sempre essere solo un lavoro ma una passione totale che diventa anche un mestiere. Se i giovani artisti spesso sono smaniosi… Sara non sembra esserlo. Affatto. “Il successo e la fama per un artista non possono essere l’unico obiettivo. Negli USA e non solo ci sono così tanti attori bravissimi che recitano ogni sera in teatro o a Broadway, allo stesso livello delle star che tutti conosciamo. Lavorano moltissimo anche loro, tra l’altro. Averci a che fare è un onore”, spiega Sara. “
Come si fa a vivere sereni in un modo così complesso come lo show business?
“Credo che il segreto di una bella carriera nello show business sia godersi il percorso nell’arte, non solo il traguardo del successo. Esprimersi e creare emozioni è bellissimo, per molti è davvero l’unico obiettivo nella vita. Forse è possibile arrivare al ‘successo’ anche senza passione, ma che senso ha fare per tutta la vita una cosa per cui non si ha passione?
Il bello del cinema è che un lavoro collettivo, in cui attori, regista e tecnici lavorano insieme per un obiettivo comune?
“E’ vero. Ripeto, per me e non solo per me, l’obbiettivo non è il successo in sé e per sé, ma riuscire a raccontare una storia con passione. E’ bellissimo poterlo fare con persone che condividono la tua passione. A volte il successo dei grandi numeri arriva, a volte no. Ma l’obiettivo credo debba essere fare arte che sia importante per se stessi e per il pubblico”.
Come vedi il futuro del cinema?
“Mi sembra che il futuro del cinema sia luminoso, anche perché accanto ai film la qualità di quanto proposto nelle serie tv è davvero alta. Non solo negli USA, ma in tutto il mondo. Purtroppo alcuni contenuti americani non raggiungono tutta l’Europa, ma in generale la qualità credo sia crescendo, ovunque”.
E la tua carriera come la vedi?
“Bisognerebbe vedere un po’ tutta la vita come il sabato del villaggio… Dovremmo essere appassionati del processo che porta al risultato. Quella passione, quel lavoro, quel sudore, quell’aspettativa riempiono il cuore. Chi è già arrivato a vincere premi spesso lo dice: non è il risultato che conta, ma l’amore che hai messo prima in ciò che fai”.